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venerdì 30 dicembre 2011

TASSA SULLE MERENDINE

La situazione economica è difficile,per equità  tutti devono fare la loro parte.

In attesa del bollo di circolazione sui tricicli


i bambini dovranno contribuire con una tassa sulle merendine

giovedì 29 dicembre 2011

Insonnia : come sopravvivere (bene) senza NOPRON

Nopron un nome che tante mamme conoscono bene perché è il famigerato medicinale salva notte per i più piccoli.

Molte volte ho dovuto rifiutare la prescrizione alle mamme che, a volte con insistenza, ne facevano richiesta....

In effetti non mi è mai sembrato giusto somministrare sostanze chimiche ai bambini “vivaci” solo per far trascorrere agli adulti qualche notte più tranquilla !

Finalmente a partire dal 2 gennaio 2012 il Nopron viene ritirato dal commercio in conseguenza della sospensione delle autorizzazioni dei Laboratoires Genopharm – Francia e dell’officina di produzione Alkopharm Blois.

L’Agenzia italiana del Farmaco ha comunicato che dal 21 dicembre non vengono più rilasciate autorizzazioni all’importazione per il medicinale Nopron Enfant 15 mg/5ml 150ml né per altri farmaci delle aziende coinvolte dal citato provvedimento.



Date un' occhiata  al post precedente, forse troverete una soluzione ...




I bambini sono programmati per dormire con i loro genitori.
Il senso tattile è il senso più importante nei  primati  (ordine di cui l'uomo fa parte), insieme alla vista.
I giovani primati vengono portati sul corpo della loro madre e dormono con lei per anni dopo la nascita, spesso anche per molto tempo dopo lo svezzamento. 

L'aspettativa per madre e figlio è di dormire insieme e per il bambino di essere in grado di poppare durante la notte tutte le volte che ne sente il bisogno.

Bambini normali, sani e allattati al seno, che dividono il sonno con i loro genitori, non dormono "per tutta la notte" (diciamo 7-9 ore senza svegliarsi) finché non arrivano a un'età di 3-4 anni quando non hanno più bisogno di poppare durante la notte.



Ripeto: ciò è NORMALE e SALUTARE come indicano le ricerche del dott. James McKenna  sulla condivisione del sonno.

E' conveniente per i genitori? No!

E' difficile per alcuni nuovi genitori? Si!


Non c'è dubbio, che c'è un abisso fra quello che la nostra cultura ci insegna ad aspettarci per quanto riguarda le abitudini del sonno dei neonati (leggere una storia, spegnere la luce e non vederli più per 8 ore) e il modo in cui dormono realmente se sono sani e normali.

Ma il primo passo per accettare il fatto che un neonato non dorma per tutta la notte oppure che non voglia dormire senza la madre, è rendersi conto che:

* Non dormire per tutta la notte fino a un'età di 3-4 anni è un comportamento normale e sano per i bambini.

* Il bambino non è difficile e non vuole manipolare la madre, ma è normale e sano e si comporta in modo appropriato per la nostra specie.


Una volta che si è abbandonata l'idea di avere 8 ore di sonno ininterrotto e si comincia a vedere le interazioni notturne con il proprio bambino come preziose e passeggere, ci si abituerà velocemente. 
E' utile la lettura del libro del Dr. Sears "Fare i genitori durante il giorno...e la notte" .



Per coloro che comunque preferiscono abituare il bambino a dormire da solo è opportuno utilizzare una tecnica di condizionamento come quella che segue :

Schema orientativo di rieducazione al sonno attraverso una associazione di tecniche comportamentali.
  1. Evitare di stimolare il bambino (ad es.giochi "eccitanti") durante le tarde ore serali
  2. L’ambiente dove dorme il bambino deve essere tranquillo, silenzioso e poco illuminato con temperatura intorno a 20° C.
  3. Il bambino non deve essere mai troppo coperto.
  4. I farmaci e gli alimenti contenenti xantine - caffeina, teofillina e teobromina - (coca-cola, cioccolata, caffè, tè, ecc vanno evitati nelle ore del tardo pomeriggio e della sera.
  5. Evitare il bagno la sera quando il bambino presenta difficoltà di addormentamento.
  6. Evitare i sonnellini diurni troppo frequenti e troppo lunghi, specie nelle ore serali.
    Creare un rituale per l' addormentamento 
(salutare i giochi, raccontare una favola, cantare una ninna-nanna, ecc.).
L’orario di addormentamento serale e di risveglio mattutino devono essere costanti.

Il bambino deve imparare ad associare l’immagine del letto con il sonno e ad addormentarsi da solo, sempre nel suo letto e con le stesse modalità, non in braccio a qualcuno o in altri luoghi.

Coccolare il bambino per tranquillizzarlo, lasciando però la stanza prima che si sia addormentato.

Se il bambino inizia a piangere, lasciarlo piangere per un breve periodo  (1-2 minuti) prima di intervenire; poi andare a tranquillizzarlo lasciandolo nel suo letto e interagendo il meno possibile con lui; quindi, uscire dalla stanza.

Se il bambino rincomincia a piangere aspettare più a lungo (2-5 minuti) prima di intervenire nuovamente.
Allungare progressivamente il tempo di attesa prima di intervenire, finché il bambino non si riaddormenta da solo.

 La prima sera si può attendere fino a 15 minuti, poi si fa addormentare il bambino secondo le vecchie abitudini, avendo cura di metterlo nel lettino prima che sia completamente addormentato.
La seconda sera si attende fino a 20 minuti, la terza sera fino a 30 minuti, e via di seguito.

 * Durante i risvegli notturni si adotta la stessa tecnica di ritardo progressivo seguendo il seguente schema*

      Giorno             I risveglio              II risveglio            III risveglio           Risvegli successivi
      1                       1’                            3’                            5’                            5’
      2                       5’                            7’                            9’                            11’
      3                       7’                            9’                            11’                         13’
      4                       10’                         12’                         15’                           20’
      5                       12’                         15’                         20’                           25’

    * Tale schema va personalizzato alla coppia genitore bambino, adattando i tempi di attesa, alla situazione logistico-ambientale (appartamento o villino isolato, tolleranza dei vicini, ecc.), alla qualità della relazione madre-bambino ed al livello di stanchezza dei genitori.






Può dormire nel lettone ?

Ma è davvero così dannoso dormire insieme ?

La maggioranza degli adulti, ha il vizio di dormire insieme con il coniuge o con un compagno  in un letto - cosiddetto - "matrimoniale". E' un vizio, che, se non curato in tempo, di solito persiste per tutta la vita !
Il mercato lucra su questo deprecabile fenomeno sociale, di non voler dormire da soli, ognuno nella propria stanza, vendendo letti matrimoniali sempre più grandi.
E non solo. Ci sono tante altre ditte che sfruttando il vizio del sonno condiviso, lucrando sulla produzione di materassi, piumoni, plaid, lenzuola per letti matrimoniali e anche i produttori di divani letto hanno fiutato l'affare, ormai da tempo per non parlare delle tenda da campeggio.
Non c'è negozio specializzato e ipermercato che non abbia in offerta anche questi oggetti che non fanno altro che rafforzare le persone nella loro dannosa abitudine di dormire insieme. Ma al peggio non c'è mai fine: anche il mercato immobiliare, gli alberghi e le pensioni, addirittura i bed and breakfast, offrono camere matrimoniali per i loro ospiti!

Purtroppo nessuno ascolta quello che raccomandano gli psicologi da anni, con grande insistenza: 
E' molto dannoso per l'identità del singolo e per la sua indipendenza, condividere le ore di sonno con altre persone, addirittura nello stesso letto! Ogni persona ha bisogno della massima indipendenza, quindi è essenziale avere ognuno la propria camera da letto e dormire da soli!

                  VI SEMBRA LOGICO ?         
perchè dovrebbe esserlo per un bambino?








martedì 27 dicembre 2011

Tosse : ancora qualche suggerimento


OGGI AMBULATORIO PIENO DI BIMBI CON LA TOSSE !!


sul sito :Informazioni sui farmaci c'è un interessante articolo .
Di seguito ne evidenzio le parti più significative




La tosse è un sintomo che può avere origini diverse: un corpo estraneo che irrita le vie respiratorie, il fumo, una infezione sostenuta da un virus o da un batterio. Può essere anche l'effetto indesiderato di un farmaco (es. di un ACE-inibitore assunto per abbassare la pressione).
Nei pazienti che soffrono di bronchite cronica o di asma, la tosse rappresenta un meccanismo di difesa utile per espellere dai bronchi l'eccesso di muco che potrebbe essere pericoloso per la salute. In qualche occasione è il sintomo di una infezione broncopolmonare. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la tosse che compare in autunno e in inverno è dovuta ad una infiammazione delle prime vie respiratorie causata da un virus. Si tratta quindi di un disturbo che, pur se spiacevole, in genere guarisce da solo nell'arco di alcuni giorni. La tosse può essere catarrale (o grassa) quando sono presenti secrezioni (muco o catarro) più o meno abbondanti; secca, stizzosa, quando non ci sono secrezioni e il disturbo deriva da un bruciore della gola o da una irritazione delle parti più alte dei bronchi.

Che fare?

Prima di prendere qualsiasi iniziativa personale è importante risalire all'origine della tosse. Una buona regola per evitare che il "fai da te" possa riservare qualche brutta sorpresa è quella di consultare il medico quando la tosse dura più di 2 settimane o è accompagnata da:
  • febbre elevata e persistente, con escreato purulento (giallo-verdastro) e dolore alla schiena
  • secrezioni contenenti tracce di sangue
  • sibili o difficoltà di respirazione
  • improvviso abbassamento della voce
  • dolori alla fronte e agli occhi.
    Per una tosse banale, senza complicazioni, si possono adottare alcuni semplici accorgimenti, spesso trascurati, che risultano però molto efficaci:
  • bere molto. Acqua, spremute di arance, latte o camomilla zuccherati, vanno tutti bene. Le bevande, meglio se calde e addizionate di emollienti come il miele, idratano e ammorbidiscono le prime vie respiratorie, riducendo l'irritazione della faringe e rendono più liquide le secrezioni;
  • fare inalazioni di vapore caldo. Allo scopo si possono utilizzare gli apparecchi per aerosol in vendita in farmacia, ma, volendo, è sufficiente respirare i vapori sprigionati dall'acqua bollente contenuta in un recipiente con un asciugamano sulla testa (i suffumigi di antica memoria); l'aggiunta di sostanze balsamiche li rende più gradevoli;
  • umidificare gli ambienti mantenendo sempre piene di acqua le vaschette appese ai termosifoni o impiegare gli umidificatori elettrici;
  • evitare gli ambienti fumosi o polverosi e gli sbalzi di temperatura;
  • dormire a pancia in giù per evitare che il catarro, scendendo nella trachea, provochi la tosse durante il riposo.
Quando usare i farmaci?

Sopprimere la tosse non è sempre necessario né utile. Come già detto, la tosse non è una malattia, ma un sintomo.
Tutti i medicinali contro la tosse agiscono su questo sintomo, non sulla causa che lo provoca (es. infiammazione o infezione). Non sono quindi una cura vera e propria.
In linea di principio è controindicato combattere una tosse grassa: in questo caso, tossire è un processo naturale, con una specifica funzione. Bloccando la tosse si ostacola l'allontanamento del catarro dalle vie respiratorie e si ritarda la guarigione.
Il ricorso ai sedativi della tosse può essere giustificato solo quando la tosse secca risulta particolarmente insistente e fastidiosa e impedisce di dormire o di lavorare; oppure quando può arrecare danni alla persona (es. se si tratta di pazienti con malattie di cuore).
I bambini hanno spesso la tosse.
Vivendo a contatto con altri coetanei (all'asilo o alla scuola materna) corrono un rischio elevato di trasmettersi l'un l'altro molte infezioni respiratorie causate da virus. In media, nell'arco di un anno, un bambino va incontro a 4-6 episodi virali. Nei bambini è ancora più importante seguire le indicazioni di ricorrere a semplici misure di idratazione e umidificazione e di limitare l'uso dei medicinali ai casi di reale necessità. I bambini risultano infatti più esposti agli effetti indesiderati dei farmaci. Una raccomandazione particolare va rivolta ai genitori: non fumate in casa. I bambini figli di fumatori soffrono di un maggior numero di episodi bronchitici rispetto ai loro coetanei figli di non fumatori.

Quali farmaci usare?

In commercio esistono 3 diversi gruppi di farmaci: i sedativi (calmanti) della tosse, i mucolitici e gli espettoranti e le associazioni di più principi attivi.

I sedativi
L'impulso a tossire proviene da un'area specifica del cervello, il centro della tosse, che è a sua volta attivato dagli stimoli provenienti per via nervosa dalle zone infiammate e irritate (trachea, bronchi). I farmaci sedativi calmano la tosse bloccando l'attività del centro della tosse e vanno utilizzati solo in assenza di catarro, quando la tosse impedisce di dormire oppure ostacola le normali attività quotidiane. Il farmaco più consigliabile è il destrometorfano. Se preso correttamente, possiede una buona azione calmante e scarsi effetti indesiderati. Sonnolenza, difficoltà di respirazione e agitazione si possono manifestare solo se viene assunto a dosi molto elevate. Il destrometorfano è disponibile in farmacia sotto forma di gocce, sciroppo e compresse (es. Aricodil, Bechilar, Honeytuss, Tussycalm).
Negli adulti, e solo su prescrizione medica, si possono impiegare la codeina o la diidrocodeina, che risultano più efficaci del destrometorfano ma che, in caso di sovradosaggio, possono provocare effetti indesiderati più seri, a partire dalla insufficienza respiratoria. Se sono presenti in casa, non somministrate questi farmaci ai bambini.

Mucolitici ed espettoranti

Alcuni farmaci per la tosse non hanno effetto sulla tosse in sé, ma rendono le secrezioni bronchiali più fluide (mucolitici) o ne favoriscono l'eliminazione dai polmoni (espettoranti). Al primo gruppo appartengono farmaci come l'acetilcisteina (es. Fluimucil), la carbocisteina (es. Fluifort, Lisomucil) e l'ambroxolo (es. Fluibron, Mucosolvan), al secondo la guaifenesina (es. Broncovanil, Resyl, Vicks Tosse Fluidificante).
In realtà ci sono semplici rimedi che procurano un beneficio paragonabile a quello di questi farmaci: prima di tutto bere in abbondanza liquidi, meglio se caldi e dolcificati con miele, fare inalazioni di vapore e aerosol con soluzione fisiologica. Se proprio non si riesce ad aumentare l'assunzione di liquidi né a fare inalazioni si può ricorrere ai mucolitici. L'uso di questi farmaci si basa infatti più sulla tradizione che non su solide prove scientifiche di efficacia. Possono inoltre causare disturbi gastrointestinali.

Associazioni di più farmaci

La maggior parte delle preparazioni destinate al trattamento della tosse è rappresentata da associazioni di due o più sostanze (principi attivi). Le associazioni sono sconsigliate per varie ragioni:
1. più farmaci insieme non sono più efficaci del singolo farmaco assunto a dosi e con modalità appropriate;
2. più farmaci combinati tra loro aumentano il rischio di effetti indesiderati;
3. alcune associazioni sono irrazionali.
Le sostanze più frequentemente associate nelle preparazioni contro la tosse sono:
  • simpaticomimetici (es. efedrina e pseudoefedrina, fenilpropanolamina): provocano la dilatazione dei bronchi e facilitano la respirazione. La loro utilità nel trattamento della tosse è minima e nei bambini, anche a dosi terapeutiche, possono provocare allucinazioni visive e modificazioni del comportamento con irritabilità, agitazione o depressione dell'umore;
  • antistaminici (es. difenidramina, prometazina): in genere impiegati in caso di allergia, vengono aggiunti agli sciroppi per il loro effetto sedativo; chi ha la tosse riesce a dormire ma non per l'effetto calmante sulla tosse quanto, piuttosto, per l'effetto sedativo.
  • sedativi della tosse insieme a espettoranti e/o mucolitici: si tratta di un non-senso terapeutico. I singoli componenti hanno infatti azioni opposte sul meccanismo della tosse: come si può espellere il muco quando nello stesso tempo si blocca la tosse che ha proprio questa funzione?;
  • antifebbrili (es. paracetamolo): è una associazione irrazionale. Si pretende di combattere tosse e febbre insieme, ma non è detto che siano presenti contemporaneamente: i due sintomi possono avere vita propria e devono essere trattati separatamente e solo in alcuni casi.
I diabetici devono prestare attenzione agli sciroppi per la tosse che contengono quantità elevate di zucchero; dovrebbero preferire i prodotti in compresse o in gocce.

mercoledì 21 dicembre 2011

Notizie che non mi lasciano tranquillo .....
Ma gli scienziati lavorano proprio per il nostro bene ?



                   leggi l'articolo


Il Paracetamolo, come tutti i farmaci, se utilizzato male ed a dosaggio elevato può presentare tossicità.
         Il "SOSTITUTO" certo COSTERA' MOLTO DI PIU' ......e non è detto che sarà così maneggevole come da SESSANTA ANNI si è dimostrato essere il paracetamolo.





                                        leggi l'articolo

Queste "ricerche" a chi giovano ?
Si tratta di un'arma biologica da diffondere su popolazioni "nemiche" o anche su quelle "amiche" per stimolare alla vaccinazione che sicuramente verrà proposta...

Epidemiologia della Influenza

 


Durante la quarantanovesima settimana del 2011, 719 medici sentinella hanno inviato dati circa
la frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale è pari a
1,34 casi per mille assistiti.
Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 4,03 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-
14 anni l’incidenza è pari a 1,92, nella fascia 15-64 anni a 1,19 e tra gli individui di età pari a
65 anni e oltre a 0,58 casi per mille assistiti.


Durante la quarantanovesima settimana del 2011 l’attività dei virus influenzali è ai livelli di
base e l’andamento dell’incidenza è paragonabile a quella della scorsa stagione.


lunedì 19 dicembre 2011

Dislessia : è vera epidemia ?



Negli ultimi anni sono  segnalati da parte degli insegnanti un sempre maggior numero di bambini sospetti di soffrire di "dislessia".

Addirittura il 20 per cento dei bambini che frequentano la scuola primaria soffrirebbe di questo disturbo, ma spesso si tratta di diagnosi affrettate. Questa la denuncia dell’Ido di Roma, Istituto di Ortofonologia, che mette in guardia sulle possibili conseguenze per i piccoli.



Solo un bambino su cinque di quelli che intraprendono un percorso di recupero da dislessia sono veramente dislessici.

Intraprendere inutilmente un percorso di trattamento di una inesistente dislessia, rischia di causare dei seri danni.

I bambini si ritrovano dirottati su percorsi didattici alternativi come portatori di una disabilità che non hanno, con oneri economici non sostenibili e totalmente inutili. Dall’altro il loro vero problema non solo non verrà affrontato, ma lascerà un vuoto di conoscenze che si ripercuoterà pesantemente sul loro curriculum di studi

Insomma,  si tratterebbe il più delle volte di semplici disturbi dell'apprendimento che non necessitano cure specifiche per la dislessia, ma solo una attenzione maggiore ed un aiuto personalizzato.

Il progetto  "Ora si"   vuol promuovere lo studio di una metodologia più certa e sicura per gli insegnanti che debbono verificare se un bimbo è affetto o meno da Dsa (Disturbo Specifico dell' apprendimento) nelle diverse fasi scolastiche.

E' proprio la risultanza di una indagine dell' IDO ad aver fatto comprendere quanto, troppo spesso, si tratti di diagnosi affrettate.


  I bambini con qualche difficoltà scolastica non sempre sono dislessici !

La causa di questo , secondo alcuni esperti, deve essere ricercata nel diverso metodo di insegnamento che caratterizza oggi la scuola primaria rispetto al passato:
attualmente le aspettative nei confronti dei bambini che imparano a leggere e scrivere sono notevolmente aumentate, e se il bimbo non raggiunge i risultati attesi nei tempi stabiliti allora lo si giudica "malato" e lo si affida "al neurologo".

Alla base, secondo Bianchi di Castelbianco (direttore dell' IDO), ci sarebbe un approccio diverso, e sbagliato, verso i piccoli studenti rispetto al passato.

La dislessia potrebbe addirittura essere un vantaggio !

venerdì 16 dicembre 2011

Divezzamento

Lo SVEZZAMENTO .....da non imitare !




Lo svezzamento è quel periodo di tempo necessario ad abituare, lentamente e con gradualità, il bimbo a passare dal solo latte (possibilmente) materno a un'alimentazione varia.

Per quanto possa sembrare strano, i bambini sono in grado di svezzarsi da soli ; la convinzione che l’integrazione con altri alimenti debba essere decisa da esperti, e non dall' accordo naturale tra mamma e bambino non ha alcuna dimostrazione scientifica .



Il momento ideale per iniziare quindi non è codificato ma viene suggerito proprio dal bambino: se mostra interesse per ciò che noi mangiamo, se sa stare seduto da solo e ha almeno 3-4 dentini, possiamo passare all' azione !



 Punti importanti per un corretto divezzamento : 
• Offerta graduale di nuovi alimenti (per potere valutare più facilmente eventuali intolleranze)
• Rispetto dell’autonomia di scelta del bambino (nei limiti del ragionevole)
Evitare "furbi" trucchi (come utilizzare zucchero nella pappa per renderla più gradita)


 
Si inizia in genere sui 6 mesi e si procede gradualmente, con l'introduzione di una alimentazione sempre più variata così che a 12 - 18 mesi il bambino possa mangiare come un adulto ragionevole, che evita i cibi troppo elaborati.

Per prima cosa provare con la frutta (mela e pera), meglio se grattugiata nelle apposite grattugie per frutta oppure frullata. La pera in genere è più semplice da preparare e da mangiare perché si "spappola" meglio, soprattutto se matura. Poi finalmente,  dopo circa una settimana, è possibile cimentarsi con  LA PRIMA PAPPA (a mezzogiorno, quando il bimbo ha circa 6/7 mesi, quando la gradisce, altrimenti aspettare che sia pronto)

Per la Seconda pappa attendere circa 1 mese dalla prima, quando il bambino la richiede e se ha ben accettato la prima. Si prepara come la prima ma al posto della carne si mette il formaggio.
Il formaggio di capra è più digeribile: caprino, ricotta, formaggino, etc. Potete usare, se volete, anche il tofu.



Quindi gli schemi per i divezzamento, sono utili promemoria,

MA NON SONO UNA RICETTA  DA SEGUIRE CON PRECISIONE RIGUARDO A DOSI E TEMPI.


 PROPOSTA DI SVEZZAMENTO

UN' ALTRA PROPOSTA




SEGNALO UN BELLISSIMO ARTICOLO
DA LEGGERE : " chiedetelo a lui "

lunedì 12 dicembre 2011

CAMBIARE PANNOLINO

CAMBIARE PANNOLINO



TUTTO  QUELLO  CHE  DOVREMMO  SAPERE
SUI  PANNOLINI  PER  BIMBO
(tradizionali, biologici, di stoffa, fai da te, metodo "senza pannolino" ...e molto di più!)

I pannolini usa&getta convenzionali sono realizzati con materiali inquinanti che possono causare irritazioni e allergie. La parte interna è formata da una polpa di cellulosa e da polimeri superassorbenti (silicati, acrilati e simili); il resto è costituito da pellicole in polipropilene e polietilene unite ad adesivi elastici e nastri.

L'enorme quantità di pannolini usa&getta che ogni bambino consuma è un danno ingente per l'ambiente: ogni bimbo, alla fine del terzo anno di vita, ha usato UNA TONNELLATA di pannolini, che corrisponde a circa 4500-5000 pannolini, ed  è responsabile dell'abbattimento di 10 alberi di medie dimensioni.




Inoltre l'abitudine di buttare i pannolini con il loro contenuto di urine e feci provoca un rischio igienico per l'accumulo di rifiuti organici in situazioni non predisposte allo smaltimento (discariche). Le feci possono contenere agenti patogeni veicolabili attraverso animali (roditori, insetti, uccelli) e falde acquifere.

I pannolini convenzionali, se abbandonati in una discarica, necessitano di circa 500 anni per degradarsi

Per la loro fabbricazione consumano 3,5 volte più energia, 8 volte più materie prime non rinnovabili e 90 volte più risorse rinnovabili rispetto ai pannolini riutilizzabili; producono inoltre 2,3 volte più acque di scarico e 30 volte più rifiuti solidi; richiedono tra 4 e 30 volte più terra per la coltivazione di materie naturali, senza contare l'utilizzo di pesticidi. 

La loro produzione riversa nell'acqua solventi, metalli pesanti, polimeri, diossine e furani. Vengono inoltre abitualmente sbiancati al cloro.

Tutto questo a fronte di una spesa in media di OLTRE 2500 € .  
Il costo dei pannolini di stoffa è di gran lunga inferiore, tra i 200   e gli 800 , a seconda del tipo di pannolino che si sceglie. Spesa che può essere AMMORTIZZATA per il secondo figlio o donando i pannolini ad altre mamme. 



...oltre un anno di studio e lavoro
decine di marche sperimentate
migliaia di pannolini lavati...

per un altro manuale di  MondoNuovo
utilissimo sia a chi è già genitore sia a chi desidera diventarlo


sabato 10 dicembre 2011

Il Limone

   Il limone  è un frutto  che prima o poi si deve conoscere !  



                                                        perchè ha mille qualità

venerdì 9 dicembre 2011

Allattamento

L' ALLATTAMENTO AL SENO MATERNO
                              è il metodo ideale per nutrire i bambini.





Il latte materno è specifico per la specie umana come quello degli altri mammiferi per i rispettivi nati.

 
Il Latte è l'alimento di ogni cucciolo di Mammifero.

Ma il latte di ogni specie ha una particolare e determinata composizione che differisce tra le varie razze.

Queste differenze di composizione sono veramente enormi.




Perchè esistono  queste differenze?

Il latte delle specie il cui cucciolo è completamente dipendente dalla madre ed in continuo contatto con essa è relativamente acquoso e scarso di Grasso e di Proteine, perchè il piccolo poppa molto frequentemente, ed avendo una alimentazione continua, non ha bisogno di riserve.

All'estremo opposto vi sono tutti gli altri Mammiferi che dopo il parto nascondono i neonati in nidi o tane e che passano gran parte del tempo a procurarsi il cibo, rientrando soltanto ad intervalli.
In questa situazione l'allattamento è intermittente e quindi il neonato ha bisogno di un Latte molto sostanzioso (poco acquoso) e da digerire lentamente (molto grasso); inoltre in queste specie il piccolo poppa in modo rapido e si sazia in pochi minuti. Anche i cuccioli dei Mammiferi marini necessitano di un Latte con queste caratteristiche, a causa dell'ambiente freddo, dei contatti tra madre e figlio che non sono sempre facili, e della necessità di poppare in modo rapido (perchè sott'acqua, in apnea).

Analizzando la composizione del latte di donna si nota che il cucciolo dell' uomo appartiene senz'altro al primo tipo, quello in cui c'è una strettissima dipendenza dalla madre e la richiesta di un continuo contatto con essa !

Se il loro rapporto non viene disturbato da  inopportuni interventi di marito, genitori, suoceri, amiche e qualche volta anche pediatra e dall' abuso di strumenti come bilancia ed orologio , presto mamma e lattante sani  trovano una  “autoregolazione”!


E' meglio quindi allattare il bambino secondo orari non rigidi, ma flessibili, a seconda delle esigenze del piccolo, che è già in grado di esprimere le sue necessità, trasmettendogli serenità, senza fretta o tensioni di vario genere.

La bilancia è un utile strumento per verificare la crescita del bambino, ma NON PER CONTROLLARE LA QUANTITA' DI LATTE INGERITO IN OGNI SINGOLA POPPATA !

 
La pratica della doppia pesata che dovrebbe indicare con precisione la quantità del latte ricevuto dal lattante (  140-150 cc di latte materno per Kg di peso corporeo, che corrisponde a circa 100 calorie), in condizioni normali  NON è utile, anzi è spesso DANNOSA perchè interferisce sul rapporto mamma - bambino e spesso causa senso di inadeguatezza della nutrice alla prima rilevazione di una poppata meno abbondante del solito.


L’allattamento al seno sereno favorisce l’instaurarsi di un buon rapporto psicologico tra madre e figlio  caratterizzato dalla reciprocità e dalla interazione, ove richiesta di alimentazione e offerta di suzione tra bambino e madre  consente l’apprendimento di quel ritmo - “tu parli io ascolto” - indispensabile all’acquisizione del linguaggio .


Ma non tutte le richieste di attenzione del piccolo devono essere interpretate come richiesta di alimentazione !

La madre deve essere attenta a comprendere le vere necessità e  richieste del bambino, individuando modalità differenziate, basate sul contatto e la tenerezza per rispondere alle esigenze ed ai richiami del piccolo evitando di alimentarlo per calmare ogni suo disagio.

Se il bambino non si alimenta volentieri o presenta disturbi di vario genere, è sempre bene non far diventare il momento di mangiare un evento tragico nel quale il bambino si sente forzato e la madre si dispera .
Il momento del pasto non diventi un incubo !
Se il problema persiste ed il bimbo non prende peso, parlatene con il pediatra.

In epoca preindustriale l’allattamento al seno era la regola e  la sua durata era di 9-12 mesi e addirittura fino a tre anni in alcune regioni. Poi si è verificato un progressivo declino della sua pratica. Solo negli ultimi  anni si assiste finalmente ad una netta inversione di tendenza.
Ma è necessario saper resistere alla tentazione di somministrare latte artificiale alla minima difficoltà

Per questo  la legge italiana (l’articolo 14 del  Decreto n. 82 del 9 aprile 2009) , afferma che:
- al momento della dimissione dai reparti maternità non debbano essere forniti in omaggio prodotti o materiali in grado di interferire in qualunque modo con l’allattamento al seno;
-   le   lettere   di   dimissione   per   i   neonati  non   devono   prevedere   uno   spazio   predefinito   per   le prescrizioni dei sostituti del latte materno. Nei casi in cui tali prescrizioni si rendano necessarie per cause materne o neonatali, esse devono riportare l’indicazione all’uso del sostituto del latte materno nonché le informazioni congrue al suo più corretto utilizzo;
-  va contrastata ogni   forma di  pubblicità,  anche occulta,  e di  comportamenti  ostativi  alla   pratica dell'allattamento materno.

 
Il consumo di Latte di altre specie, di mucca in particolare, sin dai primissimi giorni di vita è stato in passato considerato fisiologico e raccomandabile, nonostante il Latte vaccino - previsto per la crescita del vitello - sia molto diverso per composizione rispetto al Latte di donna perché:
  • contiene troppe Proteine: 36 gr/litro contro 9 gr/litro, - quattro volte di più;
  • contiene Proteine molto diverse: rapporto Caseina/Lattoproteine 4.5:1 contro 0.4:1
  • contiene poco Lattosio: 49 gr/litro contro 70 gr/litro;
  • presenta un rapporto Grassi Saturi/Insaturi svantaggioso;
  • contiene una percentuale di Calcio troppo elevata: 1170 mg/litro contro 340 mg/litro;
  • presenta un rapporto Calcio/Fosforo svantaggioso: 1.3:1 (Latte vaccino) contro 2.4:1 (Latte umano);
  • contiene troppi Sali Minerali: 7 gr/litro contro 2 gr/litro. 
Il latte vaccino è considerato oggi del tutto inadeguato alle esigenze del bambino anche dopo i sei mesi di età e fino almeno al compimento dell'anno. Questa opinione è oggi largamente condivisa, come dimostrano le recenti raccomandazioni delle maggiori autorità pediatriche mondiali.

Le controindicazioni all'allattamento al seno sono davvero poche .
I vantaggi sono invece numerosi.


Soltanto se non è veramente possibile allattare al seno, o se la mamma, correttamente informata e mai colpevolizzata, intende rinunziare ad offrire al bimbo il proprio latte, si può ricorrere  al  latte artificiale per lattanti.
Questo sarà l'oggetto di un prossimo post.

Intanto segnalo un OPUSCOLO SULL' ALLATTAMENTO MATERNO che si può scaricare cliccando l' immagine :





    lunedì 5 dicembre 2011

    BILANCI DI SALUTE

    I bilanci di salute sono degli appuntamenti importanti  per controllare che la crescita e lo sviluppo del bambino procedano senza problemi.

    Sono delle visite che devono essere eseguite ciascuna  
    in età compresa in un periodo ben definito 
    e, nella nostra ASL, precisamente :

                            1°  prima del 45°     giorno dalla nascita
                            2°  dal 61° al  90°   giorno
                            3°  dopo il compimento del 4° e prima del  6° mese
                            4°  dopo il compimento del 7° e prima del  9° mese 
                            5°  dopo il compimento del 10° e prima del 12° mese 

                            6°  dopo il compimento del 15° e prima del 18° mese
                            7°  dopo il compimento del 24° e prima del 36° mese 

                            8°  dopo il compimento del 5° e prima del 6°     anno 
                            9°  dopo il compimento dell' 8° e prima del 10°  anno  
                          10°  dopo il compimento dell' 11° e prima del 13° anno

    Durante queste visite, oltre alla valutazione della crescita ( peso, lunghezza, circonferenza cranica) , sono eseguiti vari test che hanno lo scopo di scoprire precocemente eventuali problemi e che devono essere "somministrati" proprio nel periodo indicato, nè prima nè dopo !
      
    RIBADISCO : E'  molto importante eseguire i controlli nel periodo previsto!


    Le valutazioni ed i tests che si fanno alle varie visite filtro sono evidenziate in questa immagine.
    Cliccando  con il tasto dx  è possibile aprirla su un'altra scheda o un'altra finestra e ingrandirla: